La terapia cognitivo-comportamentale interviene sui pensieri più immediati e automatici che precedono e accompagnano le nostre emozioni. Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale, il malessere psicologico dipende spesso da ciò che pensiamo. Si tratta di idee che viaggiano per un attimo nella nostra mente chiamate “pensieri automatici” e che poi ci si fermano. Secondo questa teoria diamo per scontati tali pensieri ovvero non li mettiamo in discussione ma diamo per certo che siano veri. Ci crediamo e basta. E così, se siamo ansiosi e impauriti, pensiamo e quindi crediamo che ci sta per accadere qualche sciagura, o che siamo persone fragili. Se siamo tristi e depressi, pensiamo e quindi automaticamente crediamo che la nostra vita sia andata in malora, che non ci sia più niente da fare per trovare un lavoro o degli amici o salvare il nostro matrimonio. E così via.
La terapia cognitivo-comportamentale sostiene che non siamo condannati a credere ai nostri pensieri. Siamo cosi abituati a questi pensieri, anche se non inconsci, che ne siamo diventati inconsapevoli. In questo modo, abbiamo dimenticato che sono solo pensieri, non fatti, non oggetti, ne cose che non possono essere modificate e che non sono reali di per sé. Sono abitudini mentali che caratterizzano il nostro carattere. Una volta modificati questi pensieri, le nostre emozioni cambieranno, anche quelle più dolorose come l’ansia o la depressione.
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